giovedì 25 ottobre 2007

Tutto il secondo paragrafo

Storia di internet: ARPANET
Le origini di Internet si trovano in ARPANET, una rete di computer costituita nel settembre del 1969 negli USA da ARPA, l'Advanced Research Projects Agency. ARPA fu creata nel 1958 dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per dare modo di ampliare e sviluppare la ricerca, soprattutto all'indomani del superamento tecnologico dell'Unione Sovietica, che lanciò il primo satellite (Sputnik) nel 1957, conquistando i cieli americani: quando la NASA le subentrò nella gestione dei programmi spaziali l'ARPA assunse il controllo di tutte le ricerche scientifiche a lungo termine in campo militare.
Verso il 1965 l'ARPA iniziò ad avere dei seri problemi di gestione: aveva diversi computer sparsi in varie sedi (tutti molto costosi) che non potevano parlarsi, nemmeno se fossero stati nella stessa stanza. Scambiare files fra loro era quasi impossibile, per via dei formati di archiviazione completamente diversi che ognuno di essi usava, quindi era necessario molto tempo e molto lavoro per passare dati fra i vari computer, per non parlare dello sforzo necessario per portare e adattare i programmi da un computer all'altro. Per questo Bob Taylor, allora direttore della divisione informatica dell'ARPA, affrontò il problema in modo radicale. Nel 1966 parlò con Charlie Hertzfeld, l'allora direttore dell'ARPA, e ottenne uno stanziamento di un milione di dollari per il progetto ARPANET.
ARPANET venne pianificato e realizzato dall'IPTO (Information Processing Techniques Office). Questo dipartimento fu gestito in principio da Joseph Licklider, psicologo prima, scienziato informatico poi, al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston. ARPANET sarebbe servita a condividere online il tempo di utilizzazione del computer tra i diversi centri di elaborazione dati e i gruppi di ricerca per l'agenzia. L'IPTO si basò su una tecnologia rivoluzionaria: la commutazione di pacchetto (packet switching[1]), sviluppata da Paul Baran alla RAND corporation e da Donald Davies al British National Physical Laboratori (BNPL)[2].
Si puntava allo sviluppo di un network che potesse reggere ad un eventuale bombardamento nucleare, garantendo la continuità di comunicazione tra località diverse. Dovendo avere applicazioni militari, uno dei requisiti che tale rete doveva soddisfare era la resistenza ad attacchi che ne modificassero la configurazione. Sue caratteristiche dovevano quindi essere una struttura reticolare, magliata, non gerarchica e con un’elevata capacità di interconnessione e di interlavoro fra una grande varietà di nodi di rete. Per lo stesso motivo si scelse di adottare una modalità di trasferimento senza connessione e senza garanzie di qualità del servizio, rimandando queste ultime ai livelli superiori dell’architettura protocollare[3].
Così, nell'ottobre 1969, ARPANET viene formalmente commissionata dal DoD, Departement of Defense, che inizia le consultazioni per l’individuazione dei primi nodi della rete. Il primo viene realizzato al Network Measurements Centre della UCLA (Università della California di Los Angeles), struttura guidata da Leonard Kleinrock. Il progetto di ricerca “Augmentation of Human Intellect” che include uno dei primissimi sistemi ipertestuali di Douglas Engelbart, condotto sin dai primi anni sessanta in un nuovo centro di Menlo Park, in California, presso lo SRI, Stanford Research Institute, è la circostanza che determina la scelta del sito relativo al secondo nodo. L' Università della California di Los Angeles e lo Stanford Research Institute, furono così i primi due nodi di Internet.
Nel dicembre 1969 si aggiunsero alla connessione l'UCSB (University of California at Santa Barbara) e l’Uniniversità dello Utah, rispettivamente il terzo e quarto nodo. Il quinto nodo fu la BBN Corporation (Bolt, Beranek e Newman, una società di ingegneristica acustica di Boston convertita all'informatica applicata), nei primi mesi del 1970, che aveva implementato i primissimi protocolli di ARPANET[4].
Tutte queste istituzioni possedevano calcolatori (hosts) completamente incompatibili, forse per rendere il gioco ancora più avvincente e inoltre usavano linee telefoniche implementate con un IMP (Interface Message Processor), vale a dire un minicalcolatore collegato a delle linee di trasmissione. Per avere alta affidabilità, ogni IMP sarebbe stato connesso ad almeno altri due IMP, così che se alcune linee o IMP fossero stati distrutti, i messaggi avrebbero potuto passare su cammini alternativi[5].
Nell'estate del 1970 vennero collegati il sesto, settimo, l'ottavo e il nono nodo: rispettivamente il MIT, la Rand Corporation, la System Development Corporation e Harvard. Alla fine del 1971 Internet era composta di 15 nodi, e alla fine del 1972 aveva 37 nodi: fin da allora la sua crescita avveniva a velocità esponenziale. La rete nata da questo progetto è stata il primo esempio di rete geografica a commutazione di pacchetto[6].
[1] In una rete a commutazione di pacchetto (PBN, Packet Based Network) l'informazione da trasmettere viene suddivisa in pacchetti di dimensione abbastanza piccola; ad ognuno di essi viene aggiunta un'intestazione che contiene tutta l'informazione necessaria affinché il pacchetto possa venire inoltrato alla sua destinazione finale e sulla sua posizione all'interno dell'informazione che viene trasferita. I pacchetti vengono inviati individualmente attraverso la rete e vengono poi riassemblati nella loro forma originale quando arrivano sul computer di destinazione. L'intera capacità trasmissiva disponibile viene impegnata per la trasmissione di ciascun pacchetto. Se vi sono più pacchetti da trasmettere contemporaneamente, questi vengono memorizzati in una coda, subendo un ritardo di accodamento e rischiando di essere scartati in caso di esaurimento della memoria disponibile per la coda. Quando un nodo intermedio detto commutatore di pacchetto, generalmente un router o uno switch, riceve un pacchetto, esso decide quale è il percorso migliore che il pacchetto può prendere per raggiungere la sua destinazione. Questa strada può cambiare da pacchetto a pacchetto dipendentemente dalle condizioni della rete, per cui pacchetti appartenenti ad uno stesso messaggio possono intraprendere anche percorsi distinti.
[2] La vera storia di Internet, Carlo Gubitosa, e-book, http://www.apogeonline.com/libri/88-503-1055-2/scheda
[3] Melazzi Nicola, Intenet
[4] Di Nardo Nicola, internet
[5] Reti di computer, Tanembaum
[6] La vera storia di Internet, Carlo Gubitosa, e-book, http://www.apogeonline.com/libri/88-503-1055-2/scheda

1 commento:

Anonimo ha detto...

You write very well.